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La sua formazione professionale ha a che fare in primis con il campo della moda e dell'arte. In che modo queste sfere hanno influenzato il suo design?
Sono stato un vero e proprio autodidatta sia nella moda che nel design. Ho studiato psicologia e legge all'Università di Tolosa senza però terminare il percorso accademico; successivamente mi sono iscritto al corso di letteratura inglese e commercio al South London College. Dopo la laurea, ritornato in Francia, ho fatto una prima esperienza con degli amici con cui ho sviluppato il marchio casual di jeans CHIPIE, con sede a Carcassonne, che ha raggiunto una certa fama in Francia, Belgio e Spagna a partire da fine anni 70. A inizio 1980 ho lasciato il sud del Paese per abitare a Parigi, dove ho svolto molte collaborazioni con marchi francesi e italiani come Robe di Kappa, Uniform, Cerruti, Charles Chevignon, Et Vous, GStar. Penso che la moda mi abbia comunicato un certo spirito di curiosità, oltre che un punto di vista votato a una sorta di rigore esecutivo. La cultura mi ha sempre interessato fin da ragazzino, così come architettura e decorazione di interni: la moda però mi ha regalato un gusto in più nel colore, e anche una visione più contemporanea delle tendenze.

Qual è il tratto distintivo del suo stile?
Per quanto concerne il design di mobili non penso di avere ancora trovato il mio vero tratto distintivo, ma credo che di star portando avanti uno stile vicino al modernismo, raffinato, e fatto di materie di eccezione.

Qual è il progetto di cui va più fiero e perché?
Non ho ancora firmato moltissimi prodotti ma penso che la credenza MONDRIAN sia il migliore poiché è moderna, minimalista, raffinata e anche ludica.

Quali sono i suoi materiali preferiti e perché?
Sicuramente il legno, però apprezzo molto anche plexiglas, vetro, alluminio e Corian.

Cosa si aspetta dal futuro? In che modo vedremo cambiare la sfera del design nei prossimi anni?
Oggi tutto va più veloce e i prodotti arrivano dal mondo intero, il che implica molti più cambiamenti e tendenze soprattutto perché ogni cultura ha le sue influenze. D'altra parte anche gli innumerevoli nuovi materiali, macchine e tecniche, in continuo miglioramento, possono influenzare o cambiare il futuro. Certamente andiamo verso un panorama "futuristico " da una parte, ma dall’altra l’ecologia gioco un ruolo importante che indirizza la rotta verso un futuro anche un po’ più " naturale " o "povero ". Penso che le belle creazioni, quelle lussuose e raffinate, fatte a mano con maestria e talento, avranno comunque sempre spazio.

Quali sono i designer contemporanei che più stima? Perché?
Ci sono tanti professionisti talentuosi e non posso citarli tutti. Sicuramente Philippe Stark, Zaha Hadid, Marc Newson, Ron Arad ,Patricia Urquiola,Piero Lissoni, Marcel Wanders . Amo il loro modernismo e la loro creatività.

Quale tipologia di clienti si rivolge a lei per un progetto di interior design?
Fino a oggi non ho fatto molto interior design, è una sfera a cui mi sono avvicinato da poco, lavorando per clienti individuali su progetti principalmente di uffici e boutique di moda.

Qual è, a suo avviso, la maggiore responsabilità etica della sua professione?
Portare nel mondo bellezza, il giusto gusto e anche funzionalità.

Cosa suggerirebbe ai designer emergenti?
Mi ritengo a mia volta emergente nel campo del design avendo iniziato solo 3 anni fa, perciò non penso di poter dare consigli!

Quali sono i suoi prossimi progetti? Ha un sogno nel cassetto che vorrebbe realizzare?
Sto lavorando a una nuova sedia “modern art”, a un tavolo misto in legno, resina e acciaio, nonché a una credenza con un prezioso rivestimento in stile bosco. Mi piacerebbe molto realizzare dei pezzi in resina epossidica con inclusioni di bosco pietrificato, come negli anni Settanta.

INFO: www.alainmarzat.com

PHOTO COURTESY: Alain Marzat


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