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Acqua, farina e gesti millenari che hanno i profumi della mattina del mondo... il Panificio non è solo un luogo, è un vero e proprio scrigno in cui si conserva la memoria dell'umanità stessa, la sorgente della vita materiale, sociale e spirituale. Il concept nasce proprio da questo concetto: il team DFG ARCHITETTI ha realizzato il restyling di questo panificio partendo proprio dalla modalità di produzione di questo tipo di attività mettendo in risalto i prodotti con il sapiente gioco di luci, dei colori e dei materiali.
Il team, formato da tre giovani architetti ,che si dividono tra lo studio di Roma e Ragusa ,Davide Scrofani, Ferdinando Mazza e Giuseppe Francone, si basa sulla creatività, sul rispetto del luogo e della gente sperimentando nuovi canoni di progettazione un po’ meno convenzionali; proprio per la loro filosofia, hanno pensato questo locale non come un semplice panificio o punto vendita, ma come uno spazio di grande pregio, una piccola pietra preziosa incastonata nella città, in grado di comunicare al primo sguardo la sua carica espressiva e la sua anima.

Il Panificio si apre sulla strada con una grande vetrata attraverso la quale lo spazio interno sembra proiettarsi nella città e vice versa. La visibilità e l’attrattività del locale è tale da catturare lo sguardo dei passanti e delle macchine, anche grazie alla piccola fioriera verde che il Panificio ha voluto “donare” alla città. Appena si entra è forte la sensazione di essere coinvolti in un vero e proprio quadro, una tela bianca in cui i protagonisti sono il pane e tutti gli altri prodotti che spiccano con i loro colori e le loro forme. Il bancone, realizzato dalle mani abili di un artigiano, è stato rivestito in Okite bianca all’interno del quale il cibo viene esposto su delle lastre quadrate di pietra lavica, per esaltare le sfumature accese dei prodotti esposti e lo spazio intero, diventa un fondale luminoso sul quale tracciare le tonalità dorate del pane. Il punto di forza è il laboratorio che a differenza di altri locali della stessa tipologia, non è più uno spazio da nascondere ma un ambiente dove si mostra la conoscenza e la creatività dell’uomo che si riflette nella cura e nel pregio del dettaglio accogliendo il lavoro frenetico delle mani sapienti che impastano, creano e infornano. Le pareti sono impreziosite da un vestito filigranato di ceramica di produzione della Marazzi, che rimandano alle tradizionali “cementine” ma che si sposano bene con il contesto dallo stile contemporaneo. Anche i corpi illuminanti collaborano in questo spazio…La luce esplode dai grandi quadrati realizzati in cartongesso posti ad altezze diverse, con la volontà di indicare una precedenza non solo temporale (legata alla modalità di produzione e di esposizione) ma soprattutto intellettuale (il pane deriva prima dalla conoscenza e dal livello di civiltà di un popolo) e si espandono sul bancone della rivendita anche come metafora della trasmissione incessante del sapere alle generazioni future.
Un fregio sottile, composto da doghe verticali in legno di betulla verniciato, da dove filtra la luce, accoglie la clientela dalla porta d’ingresso e all’interno, corre tutt’intorno alle pareti, quasi come se il soffitto poggiasse o fluttuasse su mille "spighe di grano”.

INFO: www.dfgarchitetti.it

PHOTO CREDITS: Marcello Bocchieri

designforloveblog.blogspot.it


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