Quando interviene su edifici antichi, ricchi di segni e storia, il progettista dovrebbe mettere in campo una sensibilità ancora più attenta, in grado di concertare stimoli dintensità diversa. Una sensibilità allenata a raggiungere un punto di equilibrio tra la costruzione di un nuovo scenario e la permanenza di alcuni caratteri contestuali notevoli, individuati e poi conservati come valori essenziali. In molti casi, sarà poi un gesto forte, una lettura spaziale disincantata, unintrusione apparentemente incongrua a rimettere in circolo le energie residue, a ridare senso ad ambienti che rischierebbero altrimenti di restare inerti, inadatti alle mutate destinazioni.
È in questi termini, con unincursione così misurata da sembrare a posteriori così necessaria, che una nuova organizzazione ha preso possesso degli spazi di questa casa cinquecentesca, affacciata sulla piazza principale di Grosseto.
Ledificio occupa un lotto lungo e stretto, su quattro piani, inserito nella sequenza dei portici. La trasformazione ha portato con sé il linguaggio, gli strumenti e i materiali della contemporaneità, evidenti ma non indifferenti allesistente, consolidato e conservato in alcuni suoi brani.
Ragionamenti sullintensità della luce naturale nei singoli ambienti, ai vari livelli, e sulle attività dei membri della famiglia nel corso della giornata hanno motivato una distribuzione interna tanto razionale quanto non consueta le camere da letto a un piano basso, protette dal passaggio verso la zona giorno; la sala da pranzo passante; la piscina quasi isolata a piano terreno ma collegata allarea relax e allo studio in quota, allultimo piano.
I percorsi sono diretti ma non necessariamente convergenti, in modo da preservare bolle di autonomia nella convivenza domestica.
Il fattore esogeno che caratterizza lintervento, regolandone il funzionamento, è la struttura in acciaio e cristallo della nuova scala che allultimo piano diventa soppalco, con la rimozione della soletta esistente , un meccanismo trasparente che permette alla luce di raggiungere dallalto il cuore della casa, in precedenza buio. Le rampe, nella loro successione e nella loro sovrapposizione visiva delle diagonali, creano una vertigine, un disorientamento riequilibrato dalla fissità di grandi campi rossi e neri i muri di mattoni a vista, le lastre dardesia a terra.
Testo di Anna Foppiano