1+1+1= 5
Lʼintervento è su un edificio esistente con due piani fuori terra posto allʼinterno di un piccolo parco privato; unʼoperazione di addizione e rimodellamento, in cui il risultato finale non è dato
esclusivamente dalla somma delle parti, ma dalla loro capacità di moltiplicatori; moltiplicatori dello spazio, delle configurazioni/fruizioni possibili, delle relazioni che le parti
intessono tra loro e con lo spazio aperto circostante.
Lʼidea parte dalla convinzione che il progetto non possa essere circoscritto esclusivamente
alla parte volumetrizzata, ma, che coinvolga necessariamente gli spazi aperti ed interstiziali; un progetto di paesaggio.
Il progetto con un fare “organico” tenta un processo di riappropriazione degli spazi interstiziali con “infiltrazioni” di componenti ibride a metà tra elementi architettonici e paesaggistici : il grande "pontile”/terrazzo diventa lʼelemento di mediazione principale tra lʼinterno e lʼesterno, una sorta di “casa sullʼalbero” di infantile memoria .
Negli occhi di chi progetta corrono le immagini dellʼeremo dannunziano e dei “trabocchi” della costa adriatica, macchine da pesca poste sulla costa tra terra ed acqua; macchine filiformi che dalla costa si protendono verso il mare a cercare il largo, il paesaggio.
Le fascinazioni di queste architetture spontanee stanno nel loro essere organismi, macchine; delle macchine posseggono la scheletrica struttura meccanica, lʼessenzialità del “meccanismo”, elementi mutuati dalle abilità, allʼintreccio dei pescatori/agricoltori che
le hanno ostruite;dellʼarchitettura posseggono la capacità di conformare spazi, spazi
definiti con elementi minimi, cornici che inquadrano paesaggi.
Con le stesse strategie insediative lʼedificio è pensato come una macchina per catturare il parco circostante ed introiettarlo nello spazio interno: pareti vetrate, corpi in aggetto infilati tra gli alberi, apertura delle partizioni interne.
Elementi minimi, strutture leggere che si sovrappongono o accostano allʼoriginario edificio.
Tutte le addizioni sono pensate come elementi riconoscibili rispetto allʼedificio originario;
distinti per materiale (metallo_ tetto, terrazzo/pontile,ecc; legno_ percorsi esterni,dependance, ecc) e forme.
Lʼintreccio è lʼargomento compositivo principale: lame di acciaio si annodano nella
struttura del pontile/terrazzo; sequenze di legno lamellare disegnano lʼopen space dellʼultimo livello; la pavimentazione in legno (cumarù) dei camminamenti esterni si piega e diventa il disegno del volume della dependance.
Design Team: Giovanni Vaccarini Architetti con Attilio Mauri , Maria Josè Loffredo.