Quel disegno dei miei figli è diventato realtà: la magia di una casetta in legno

Un disegno di bambini che diventa una casetta in legno nel giardino di casa. Un racconto di sogni, famiglia e piccoli momenti felici che profumano di infanzia e libertà

Il sole stava scendendo dietro le colline dell’Appennino modenese quando mi sono seduto sulla panchina, con una tazzina di caffè fumante tra le mani e il cuore pieno. Dal giardino arrivavano le risate dei miei figli. La casetta era lì, appena costruita, con le finestre illuminate da piccole lucine colorate. Attraverso i vetri vedevo le loro sagome muoversi: uno era il re, l’altra la principessa, e quel piccolo mondo di legno il loro regno.
Mi sono concesso un momento per osservare. Per respirare tutto quel presente. E lì, in quel preciso istante, ho capito che non avevamo semplicemente montato una struttura. Avevamo piantato un seme di infanzia felice.

Dal sogno al progetto: tutto è iniziato con un disegno
Eppure tutto era cominciato quasi per gioco, in un pomeriggio qualunque. Mia figlia Sofia era venuta da me con un disegno: una casetta rosa, con il tetto blu e un gatto alla finestra. Mio figlio Matteo ci aveva aggiunto una bandiera e uno scivolo, “per quando diventiamo esploratori”. Avevano occhi pieni di sogni.
Quella notte, mentre li mettevo a letto dopo aver mangiato la nostra solita piadina del sabato sera, non riuscivo a togliermi quel disegno dalla testa. “Perché no?”, mi sono detto. Non era solo una capanna. Era un modo per dire loro: vedo quello che immaginate.
Il giorno dopo ero già su Google. Ho digitato ogni combinazione possibile: casette in legno per bambini, casette da giardino, casetta con scivolo, casetta fai da te. Ho visitato i siti di Leroy Merlin, Amazon, ManoMano, Wickey e tanti altri. Alcune sembravano giocattoli fragili, altre erano belle ma fredde. Poi ho scoperto Dekalux, una piccola azienda emiliana specializzata in strutture in legno. E lì tutto ha preso forma. Materiali robusti, estetica curata, attenzione ai dettagli e la possibilità di scegliere tra diversi modelli ben pensati. Ci siamo detti: “È questa”.
E lì, come spesso accade, mia moglie ha messo ordine nel mio caos mentale. “Non cercare quella più economica,” mi ha detto, mentre sistemava i piatti dopo il pranzo della domenica, “cerca quella in cui loro possano davvero vivere le loro avventure. Quella che assomiglia al loro disegno.”

Galleria immagini

Un gesto semplice, un ricordo eterno
Tra i modelli disponibili, ci ha colpito subito Tivoli 1 + swing set: una casetta in legno da 2,30×2,30 metri (5,70 mq), costruita con pannelli da 19 mm, completa di scivolo e altalena. Ha un aspetto compatto ma sorprendentemente spazioso all’interno. La struttura include una piccola veranda, finestrelle apribili, una porta con chiusura magnetica e un tetto mono falda. Tutti gli angoli sono stondati per garantire la sicurezza dei bambini, ed è trattata con impregnanti a base d’acqua, perfetti per l’esterno e rispettosi dell’ambiente. Era perfetta. Spaziosa, solida, con il fascino semplice delle cose ben fatte. Il tetto l’abbiamo dipinto di blu, come nel disegno. Le tende le abbiamo cucite insieme, usando una stoffa a pois che nostra figlia aveva scelto in un mercatino durante la sagra di paese. Mio figlio ha disegnato un’insegna: “Benvenuti nel nostro mondo”.
Il giorno del montaggio sembrava una festa. Io e mia moglie con gli attrezzi in mano, i bambini che correvano attorno, dando ordini come piccoli architetti. Abbiamo costruito qualcosa che andava ben oltre le assi di legno: abbiamo costruito un ricordo.
La sera stessa, non volevano saperne di rientrare in casa. Abbiamo portato coperte, un lanternino, qualche libro. Hanno dormito là dentro, stretti l’uno all’altra, e io mi sono seduto accanto alla porta, in silenzio, ad ascoltare i loro respiri felici.
Ora, ogni giorno, quella casetta è un ristorante, una scuola, un’astronave, una libreria segreta. È il centro del loro universo. Ed è il simbolo di un gesto semplice, nato da un disegno a matita colorata.
Se oggi qualcuno mi chiedesse se ne è valsa la pena, gli risponderei senza esitazione: ogni singola vite, ogni secondo speso, ogni euro. Perché lì, in quel piccolo angolo di giardino, c’è tutto quello che conta davvero.
E, a pensarci bene, sono stato io il più fortunato. Perché ho avuto l’onore di vedere i miei figli costruire la loro infanzia — dentro una casetta, ma anche dentro un sogno che abbiamo scelto di rendere vero.

Redazione TID