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Tomaso Schiaffino: design significa progresso
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Bellaria Design pone l’accento sul “100% made in Italy”. Cosa distingue il prodotto italiano dagli altri?
Il prodotto di design italiano si è conquistato una sorta di pedigree a livello mondiale come vero e proprio marchio di qualità costruttiva ed estetica. Questo duplice valore si è ottenuto nel tempo grazie all’origine stessa del design italiano ovvero per via di un rapporto virtuoso innescatosi tra designers e produttori/artigiani. Proprio da quel confronto tra “creativi”, gli uni più con la testa gli altri più con le mani, sono nati e nascono prodotti con quella duplice qualità.

Quanto è importante, nel mondo del design, l’impronta artigianale?
Definire l’artigianalità contemporanea non e’ proprio immediato,perlomeno in un prospettiva storica, basti pensare che un artigiano oggi può essere fornito nel proprio laboratorio di macchinari più avveniristici di una grande industria (un esempio per tutti le stampanti 3d) in totale controtendenza con il passato. Diciamo che in linea di massima la percezione che comunica l’impronta artigianale in un prodotto rispetto a una produzione “industriale” è l’unicità e quindi l’esclusività del prodotto stesso. Cosa che in buona parte è anche vera giacché una produzione artigianale è per forza di cose numericamente inferiore rispetto a una industriale tipica e permette quindi di realizzare prodotti anche non compatibili con una logica di produzione massiva.

Quanto conta, dall’altro lato, la tecnologia?
Mi piace pensare alla tecnologia nel design come a un punto di partenza e non di arrivo, materiali e processi produttivi innovativi dovrebbero cioè essere nel “dna” di un progetto e non tanto “pelli di leone” con cui rivestire un oggetto.

Cosa l’ha spinta ad avvicinarsi al design?
Quello che mi ha affascinato e quindi avvicinato al design è il lato inventivo, ovvero la possibilità di creare vere e proprie invenzioni, nuovi prodotti che soddisfino e definiscano le nuove necessità, alimentando quello che si può chiamare progresso.
Devo dire che nel mio percorso lavorativo sono stato molto fortunato ad aver incontrato un “maestro” come Denis Santachiara con cui ho potuto sviluppare e condividere questo approccio, oltre alla passione per le moto e la buona cucina.

Quale tra i suoi progetti rappresenta di più la sua filosofia?
Direi che il Tree of light sia una sorta di “oggetto manifesto” della mia filosofia progettuale, la tecnologia si sfuma e si perde nel “calore” di un’estetica iconica e simbolica. Con un po’ di presunzione si potrebbe definire una stretta di mano tra cultura scientifica e umanistica.

Quali sono i tuoi materiali preferiti e perché?
Dovendo per forza fare una classifica diciamo che i materiali “tecnologici” sono quelli che mi attirano e affascinano di più, d’altronde essendo nato negli anni 70 sono “figlio” di Goldrake e di Star Wars e tutt’oggi il mio cuore è per la fantascienza.

INFO: www.bellariadesign.com

PHOTO COURTESY: Bellaria design


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