Roma – Al di là dei vetri c’è Roma, quella delle canzoni e delle cartoline. C’è l’atmosfera ed il fascino irresistibile della capitale, c’è il suo ritmo urbano e poi ci sono i palazzi. Il contesto dell’ambientazione di questa casa è il quartiere Umbertino di Prati, nei pressi del Vaticano. L’impostazione planimetrica è rigida, tipica delle dimore di questa zona: ingresso, corridoio lungo che culmina in fondo con la cucina e la zona notte . In uno di questi palazzi vive la Famiglia Colavita, meglio conosciuti, soprattutto negli Stati Uniti, come i”signori dell’olio”. “ Siamo una coppia matura” – afferma, con un leggero sorriso la proprietaria – e sia io che mio marito volevamo ritrovarci in una casa intima e rassicurante che non fosse né troppo contemporanea né troppo classica. L’idea progettuale – esprime l’Architetto – scaturisce dalla volontà di creare una abitazione che rispecchiasse le abitudini dei proprietari, dediti all’arte dell’accoglienza e dell’ospitalità. La distribuzione è caratterizzata da spazi aperti e fluidi che ribaltano l’impianto originario, con una divisione netta tra gli ambienti giorno e notte. In tale prospettiva vanno letti i tre portali a tutta altezza che scandiscono il ritmo della casa, caratterizzata da un’alternanza equilibrata di pieni e vuoti. Le vetrate, inserite nello spessore dei portali, in qualità di diaframmi semitrasparenti, filtrano visivamente le varie zone dell’area living. Completamente aperte esse mettono in comunicazione l’ingresso con il soggiorno , quest’ultimo con la cucina e lo studio con il lungo corridoio armadiato, che conduce alla zona notte. “Il mio intento – prosegue l’Architetto – è stato quello di creare una casa, che invogliasse alla condivisione ed al contempo ispirasse un tranquillo desiderio d’intimità”. Il richiamo alla classicità, tanto voluto dai proprietari, è stato interpretato da due ricorsi orizzontali che si sviluppano su gran parte delle superfici, creando il leitmotiv di tutta la casa. Esso si legge nelle greche realizzate con il monogramma , combinando le iniziali dei cognomi , dei committenti e dell’Architetto. “ Ho cercato di mettere sulla scena domestica quell’uso sapiente dei dettagli che tanto caratterizzano il mio operare,in cui l’approccio contemporaneo trascende il moderno ed il segno viene enfatizzato dalla commistione tra arte ed ispirazione classica.” Un decorativismo purista, che si dissolve in un appagante métissage culturale dove a sorprendere è l’accurata selezione degli arredi.