"Il sapore di un appartamento". questa è stata la prima e forse l'unica indicazione che la proprietaria di questo bistrò ha voluto suggerire al suo disegnatore Tommaso Guerra.
Dal concetto di casa cominciano quindi i primi disegni.
Iniziando dal bancone, zona nevralgica di mattina per le colazioni e poi di sera tardi per i drink, vuole suggerire un unico tavolo condiviso tra il cliente, seduto su sgabelli tra le gambe tornite di un ipotetico tavolo da pranzo e il personale del locale. Quasi ad invogliare un incontro ed un dialogo tra i due.
Una casa quindi, ma solo suggerita. Non una vera e propria trasposizione.
Ad esempio in una vera casa difficilmente troviamo un nido intrecciato da centinaia di rami nel nostro salottino.
Ma qui si, e ne percepiamo comunque, vedendolo sospeso sulle nostre teste, quella dolcezza ed ironia che ci aspettiamo entrando in un luogo sereno e tranquillo come una casa appunto.
Sono delle allusioni. Come i 55 paralumi in cotone tessuti a mano dalle diverse fantasie e dalle diverse forme o la parete con una collezione di quadri di Patrizio Anastasi, che ricordano giacigli artificiali e naturali. Anche una tenda è una casa no?
O, una collezione di casette di uccelli in legno invecchiato, su un muro coperto da carta parati con fantasia di rami e foglie.
Il suggerimento di una casa quindi, più probabilmente di una casa nord europea.
I colori freddi e tenui sulle essenze del legno, sembrano parlare di un villaggio tra i fiordi.
come le intere grandi pareti rivestite di tavole di legno, poi verniciate grezzamente di vernice densa e bianca, quasi a volerle proteggere da un minaccioso vento del nord.
Ma questo è un luogo sicuro e caldo, dove l'accoglienza e suggerita si, ma poi confermata dalla sua oste.